Racconti Erotici > tradimenti > Perversioni 2
tradimenti

Perversioni 2


di geniodirazza
02.02.2025    |    4.415    |    0 8.3
"Dopo che lo ebbe spogliato completamente nudo, con pochi gesti studiati cento volte lo ammanettò al termosifone..."
L’estate passò e tornarono alla quotidianità; stavolta, però, era lei a dovere accettare in silenzio che suo marito la ignorava completamente, era assente fino a notte alta e spesso per intere notti; certa che fosse gay, lo irrideva sui suoi presunti incontri amorosi; qualcosa, nel fondo del cervello le suggeriva di approfondire; nella sua logica, però, era lui lo spione; lei gli lasciava corda per impiccarsi e non si interessava delle sue perversioni.
Rossella insomma si andava persuadendo con sempre maggiore convinzione che suo marito fosse un omosessuale con un amante dal quale si faceva possedere metodicamente in giorni precisi che trascorreva con l’altro; il fatto stesso che spariva puntualmente ad ogni week end e che, dal venerdì mattina, quando usciva, al lunedì sera, quando tornava dal lavoro, di lui non ci fosse traccia, per lei significava che andasse a fare sesso col suo maschietto, come faceva lei coi suoi bull, ma a casa propria.
Se avesse insistito sull’ipotesi che fosse un impotente, rischiava di essere smentita se lui avesse deciso di accettare una delle provocazioni che venivano da tutte le donne che conosceva, anche dalle sue amiche più fidate; troppe volte aveva celebrato le qualità di Roberto a letto; ancora adesso a qualcuna aveva confidato che lui, nonostante la netta divisione per le corna che gli faceva, talvolta la possedeva fino allo sfinimento con le sue immense capacità amatorie
L’unico punto su cui poteva appoggiare una motivazione per il suo comportamento, era l’epiteto di cornuto, che era incontestabile, perché era lei a fargliele, anche a sue spese, visto che pagava l’hotel con carte di credito di lui; ma alla sua coscienza e al giudizio comune non bastava; l’obiettivo era dimostrare che fosse un cuckold; l’aveva visto spiare le sue mosse in occasione del primo incontro col bagnino; inoltre, se lo provava era possibile ridurlo a slave ed affermare il suo dominio.
Portarlo ad assistere ad sua sua copula fu la meta da raggiungere ad ogni costo; si organizzò per benino e tentò il colpaccio una sera che aveva pagato un bull per farsi sbattere per qualche ora; si procurò un paio di manette foderate di raso e operò con perfida malizia e con cronometrica precisione; quando si trovarono a sera, di ritorno dal lavoro, fece a lungo la gattina per irretirlo nelle sue trame, finché lo convinse a seguirlo, anche se controvoglia, in camera da letto.
Dopo che lo ebbe spogliato completamente nudo, con pochi gesti studiati cento volte lo ammanettò al termosifone.
“Adesso, caro il mio cornuto, tu te ne starai buono lì seduto; se ti va, ti consento anche di masturbarti; io adesso mi farò la più bella copula della mia vita con uno stallone che ho scelto apposta; se è come io credo, alla fine ti farai penetrare analmente anche tu; se non sei gay, diventerai comunque il mio schiavetto e da oggi si farà a modo mio; sono certa che stai già godendo per quello che ti farò vedere e perché finalmente sarai veramente mio; in fondo, è la più grande prova d’amore che ti chiedo e che ti do.”
Lui rispose con uno sguardo feroce che l’avrebbe incenerita, ma non proferì verbo; si sedette incrociando i piedi e se ne stette rassegnato, legato com’era; lei andò ad aprire, perché il suo ospite era arrivato; ritornò subito dopo, seguita da un giovane sui vent’anni, muscoloso e ben piantato; appena in camera, lo avvolse nel bacio più appassionato che poteva; l’altro rispose con altrettanto trasporto; le sue mani afferrarono le natiche e strinsero i ventri, per far sentire i sessi strusciarsi.
Rossella si lanciò in un lussurioso sbaciucchiamento della parte superiore del corpo, che aveva denudato sfilando la maglietta; lo baciò sul volto, sulle labbra, sugli occhi; passò sulla gola e scese ai capezzoli che prese a succhiare e mordicchiare con profonda libidine; l’altro, evidentemente un professionista, simulò assai bene la passione, mentre cercava con la lingua i punti erogeni da sollecitare; aprì la vestaglia col solo nodo della cintura e mise in luce lo splendido corpo di lei scultoreo nella bellezza piena.
Le mani scivolarono sul petto e si impossessarono dei seni per artigliare i capezzoli; la lingua lambiva le mammelle floride e carnose, mentre le dita stimolavano goduriosamente i capezzoli; decisamente esperto ed anche molto in gamba, il ragazzo passava le dita dolcemente su tutto il corpo; con la lingua solleticava punti remoti e nascosti; lei si abbandonò presto al sapiente titillamento delle mani e della bocca; i gemiti dicevano che orgasmi si susseguivano frequenti.
La spinse seduta sul bordo del letto e accostò al viso il basso ventre ancora coperto dal pantalone; diligentemente lei aprì la cintura, fece scorrere la cerniera e abbassò insieme il pantalone e lo slip; il fallo enorme, più di venti centimetri al massimo della durezza, esplose in faccia alla donna che lo ammirò estasiata e lo prese a due mani, quasi soppesando asta e testicoli, oltre a verificare la possibilità di ingoiarlo almeno per buona parte.
La lingua saettò a raccogliere dal meato gli umori insorgenti; mentre guardava con intenzione il marito legato, la fece scorrere dolcemente sui testicoli che prese in bocca uno per volta, alzando al cielo lo sguardo per il piacere di sentirli nella bocca; spostò la lingua sull’asta e la percorse tutta, dalla radice alla cima, soffermandosi con sapidi guizzi proprio sotto quest’ultima ed insistendo sul frenulo; si dilettò per alcuni minuti assaporando il gusto del bastone di carne.
Tenne la bocca socchiusa e lo sguardo fisso sulla vittima, mentre faceva penetrare lentamente la mazza in bocca; sembrava quasi sollecitare l’approvazione del marito e la partecipazione alla sua goduria; spinse le labbra il più avanti possibile; abituata com’era a ‘trattare’ il fallo del marito, riuscì a far giungere le labbra fino ai peli pubici; oltre venti centimetri di verga finirono in gola; dovette ritrarsi prontamente quando avvertì un conato e un principio di soffocamento.
Lavorò quella mazza molto a lungo, lambendola con la lingua, masturbandola con la mano, spingendola avanti e indietro nella bocca, fino all’ugola; intanto, si masturbava con esplicito piacere; i gemiti si udivano anche soffocati dall’asta in bocca; ebbe almeno un paio di orgasmi notevoli; Roberto che la conosceva sin dalle prime esperienze di sesso, riusciva a leggere il piacere negli occhi, nelle vibrazioni del corpo, nella stretta della mano e della bocca.
Quello che lo colpiva era la quasi certezza che il massimo godimento lo ricevesse però dalla situazione surreale; la sua prigionia ed impotenza apparivano a sua moglie più eccitanti ed intriganti della stessa copula; lui non avvertiva nessuna emozione, tranne la rabbia per essere legato; il sesso non faceva registrare nessun movimento, quasi che lo spettacolo lo annoiasse ormai peggio che certi vecchi filmati porno obsoleti e vuoti.
Anche per lui, sostanzialmente, la particolarità che sua moglie lo credesse attento e partecipe lo stimolava più della fellazione cui stava dando vita; meno ancora si sentì animato quando il ragazzo, spinta la donna sul letto, le sfilò la vestaglia e si lanciò con la bocca sulla vulva avviando un sapiente cunnilinguo; solo perché conosceva a menadito le reazioni di Rossella a quella stimolazione, riusciva a leggere il piacere che provava nelle smorfie del viso; quasi lo fece ridere il gesto delle corna che lei gli fece.
La copula orale andò avanti per un po’ di tempo e i due si alternarono spesso a succhiare, leccare, manipolare e masturbare l’altro; lei più volte prese in bocca la mazza e quasi soffocava per ingoiarla al massimo; lui la leccò dapprima tenendola stesa supina, poi facendola mettere carponi, a pecorina; in quel caso lavorò accuratamente su tutto il perineo ma specialmente nella vagina e nell’ano che si aprirono a ricevere non solo la lingua ma anche uno, due o più dita che la penetravano.
Quando si decisero a copulare veramente, lei non poté fare niente alla vittima ammanettata, perché gli puntava contro i piedi e la stazza del maschio che la montava le impediva di comunicare; si limitò a gemere ad alta voce ad ogni violenta botta che il ragazzo portava al basso ventre; Roberto però vedeva nettamente quanta mazza entrava nella vagina slabbrata e con quanta foga andasse avanti e indietro tra i lamenti di lei.
Quando però lui la fece girare carponi per possederla da dietro, a pecorina, inizialmente si dispose col volto verso di lui e si sbizzarrì in una serie di smorfie di piacere e di derisione nei suoi confronti a cui aggiunse una serie di provocazioni verbali, per invitare a vedere che bella mazza la possedeva e quanto lei godeva, rivolte al cornuto, all’impotente, all’omosessuale, al cuckold, al fallito, all’uomo senza testicoli.
Benché si caricasse di rabbia repressa, Roberto non rispose a nessuna delle provocazioni, neppure quando confessò apertamente che il ragazzo le costava, per due ore, un occhio della testa; di fronte alla smorfia di compassione di lui, precisò immediatamente che, tanto, a pagare era il povero cornuto che si prendeva anche quella mazzata, oltre al resto; nella copula successiva, si girò con il sedere verso di lui, perché sarebbe stata quella l’occasione per farsi penetrare analmente.
Lui seguì quasi distratto la scena della copula in vagina, molto forte perché la mazza era diventata ormai enorme e forzava un canale vaginale ridotto a traforo; quando lui passò il gel sull’ano, nel canale rettale e sul suo sesso, un minimo di attenzione la provocò; la scena successiva, della mazza che violentava lo sfintere già largamente sfondato, mentre lei lanciava urla di incitamento a romperle tutto, con l’evidente intenzione di offendere il prigioniero, lui mosse appena un poco gli occhi.
Andarono avanti per due ore, nel corso delle quali il bull la riempì più volte in tutti i buchi e le fece assaggiare il nerbo su tutto il corpo; quando si avvicinò il termine prefissato, lui accelerò la copula e, su richiesta di lei, le eiaculò in parte nella bocca e in parte sul viso; Roberto assisteva allucinato senza pronunciare verbo; senza neppure lavarsi, i due si rivestirono ed uscirono lasciandolo solo; il bull era venuto a piedi e lei si era impegnata a riaccompagnarlo.
Non stette fuori molto; al ritorno, gli consegnò la chiave delle manette e si ritirò in bagno; dopo poco, lui sentì scorrere l’acqua della doccia; raccolse in una borsa i documenti importanti, prese da quella di lei le carte di credito e le chiavi dell’auto ed andò via facendo richiudere la porta dietro di se; quando uscì dal bagno in accappatoio, Rossella lo cercò in ogni angolo dell’appartamento; si convinse che lui se n’era andato dal suo amante e, stanca della kermesse, andò a letto.
Non trovò, la mattina seguente, né il marito né le chiavi della macchina; un rapido controllo la convinse che aveva perso anche la gallina dalle uova d’oro perché erano sparite le carte di credito; il dubbio che se ne fosse andato definitivamente la assalì; in preda ad un’ira feroce, si disse che l’avrebbe pagata con infinite corna e che, quando fosse tornato, lo avrebbe trattato da sguattero; provò a chiamarlo al cellulare ma la chiamata venne respinta; la sua ira si accentuò.
Chiamò l’ufficio e una segretaria, imperturbabile anche alle sue volgari aggressioni verbali, le rispose che suo marito aveva vietato i contatti e che comunque non era in sede; si prese una mezza giornata di congedo per parlargli, ma fu sbattuta in decine di anticamere finché il direttore le comunicò che Roberto era stato destinato ad altro incarico e ad altra sede; ma, per legge, non rivelò dove; le suggerì di parlare con Giovanni l’amico di suo marito, avvocato.
Patì una nuova via crucis per appurare che suo marito aveva predisposto l’istanza di separazione legale allegando documenti delle volgarità dette da lei e dai suoi amanti, ma soprattutto le ricevute degli hotel e dei ristoranti da cui risultava che aveva pagato il soggiorno adulterino con una carta di credito non sua; se opponeva resistenza, era pronto a denunciarla per furto; non le restò che rassegnarsi.
“Cosa succederà adesso?”
“Adesso sei single e libera di farti sbattere da chi ti pare; a Roberto non interessi più; tra un paio d’anni divorzierete e sarai in grado di sposare il cuckold che preferisci; lui una famiglia se l’è già costruita e la rafforzerà.”
L’idea che suo marito avesse già un’altra famiglia era quella che più le faceva male; non capiva come fosse stato possibile che, mentre lei era convinta di fargli un palco di corna da cervo, lui si fosse costruito una realtà parallela; un’indagine accurata tra gli amici comuni le consentì di appurare che suo marito aveva completato il corso di laurea, impedito dalle sue bizze che l’avevano frenato perché non le fosse pari nel livello culturale; era stato promosso e gli era stata affidata la direzione di un’agenzia.
Quindi ora viveva in una cittadina a pochi chilometri, in una villetta con giardino, con una ragazza più giovane di lei, farmacista titolare di quella vicina alla loro casa; avevano una bambina, Vittoria, di quasi un anno ed erano decisamente benestanti se non ricchi, ma soprattutto felici; le notizie, raccolte alla spicciolata tra le enormi riserve degli amici poco disposti a parlare, le arrivarono come autentiche coltellate nel corpo, ben più di quelle che lei aveva inferto a lui.
Ciliegina sulla torta, qualcuna le confidò che Marina, così si chiamava la compagna di suo marito, era la stilista che disegnava i modelli più ricercati in città, venduti in un atelier a cui lei, per le precarie condizioni economiche in cui si era trovata, poteva accostarsi solo per ammirare golosamente i capi esposti; voci ‘di corridoio’ suggerivano che i due stavano meditando di rilevare la boutique perché lei intendeva dedicarsi solo a quel lavoro e organizzare sfilate e lanci pubblicitari.
L’unica risposta di cui disponeva fu buttarsi nel sesso con feroce voglia di vendicarsi delle sconfitte; visse un periodo terribile di copule inimmaginabili; si fece violentare da autentica prostituta e passò le sere a fare sesso come se potesse cancellare rabbia, rimpianti e rimorsi per i troppi e troppo gravi errori commessi; si accorgeva di ritirarsi da ogni esperienza con sempre l’amaro in bocca; ma respinse con forza ogni suggestione, e sollecitazione, a crearsi una situazione stabile, almeno con un amante ricco.
Finì per incontrare suo marito e la compagna, quando meno se l’aspettava; erano passati un paio di anni, dallo scontro ultimo con Roberto; in quel periodo, non si erano mai nemmeno visti da lontano; un pomeriggio andò al bar che frequentava con le amiche e con i caproni occasionali; la colpì la grande animazione tra le donne; una sua amica, agitatissima, le rivelò.
“Quella signora col tailleur elegantissima è Marina, la stilista!”
Davvero la donna era assai bella ed elegante; provò una fitta violenta, di invidia, di rabbia, di desiderio di ammazzarla; si fece forza, riprese un certo controllo, si avvicinò e, col massimo garbo, la interpellò.
“Quindi tu sei la nuova compagna di Roberto? Non ha perso il suo buon gusto, evidentemente.”
“Sì, sono la compagna di Roberto. Tu perché lo chiedi?”
Il brusio delle donne si fece silenzio improvviso.
“Sono Rossella, la ex moglie … “
“Hai ragione; ha proprio buon gusto; se hai un po’ di tempo, tra poco potrai dirglielo di persona; sta per venire a prendermi; mi pare che abbiate parlato poco, negli ultimi mesi, sicuramente assai meno di quanto sarebbe stato necessario ed opportuno.”
“Non mi pare che sia stata io a scappare … “
“Se vuoi aprire uno scontro, sei già sulla buona strada; so tutto e sono in grado di capire che hai commesso almeno un enorme errore di presunzione e di fanciullaggine, una miscela letale per qualsiasi rapporto; ma se è di slealtà, di corna e di manette che vuoi parlare, forse questa non è la sede; so che Roby non si rifiuta di dialogare; con te, ha tentato più volte; se qualcosa è cambiato nella tua filosofia di vita, spetta a te chiarirlo; altrimenti, piacere di averti incontrata e addio.”
Non ebbe il tempo di replicare; Roberto stava entrando portando in un portaenfant a tracolla una bambina di forse un anno che girava intorno gli occhioni brillanti, sorpresa dall’ambiente nuovo.
“Ciao, Roberto; vedo che ti sei piegato ai diktat della tua compagna … “
“Ancora commetti un grossolano errore mia cara; ti ho appena detto che, se vuoi dialogare, siamo qui; ma tu parti già con la stupida presunzione; stai accusando un uomo, che parla con la compagna e ne condivide tutto, di essere schiavo; e non ti accorgi che sei tu a fissare i rapporti in quelli tra padroni e schiavi; non hai saputo parlare prima di scatenare il terremoto; non riesci a parlare civilmente adesso che dichiari di voler spiegare.
Mi sa che hai gravi problemi di comunicazione; Roberto condivide con me responsabilità ed oneri; io faccio altrettanto; ci diciamo tutto e non nascono equivoci; tu non sei abituata a questa parità, pretendi la subordinazione e invece ti sottometti per il tuo piacere a stalloni e caproni che ti umiliano a letto, ma neghi il dialogo con l’uomo a cui avevi promesso lealtà … “
“É vero; ho lasciato parlare la rabbia; devo chiedere scusa a tutti e due; ho capito troppo tardi e non sono stata capace di arrendermi; avete una figlia meravigliosa; vi frequentavate già quando io presumevo di umiliarlo coi miei tradimenti?”
“Rossella, non rivangare il passato; noi siamo agli antipodi; tu cerchi soggetti nuovi per fare le stesse cose che facevi con me; non puoi metterci amore, perché è solo sesso; io voglio accoppiarmi con la stessa donna e fare le stesse cose, ma in situazioni, con sentimenti e con emozioni sempre diversi; tu mi mortificavi con qualche adulterio, io mi costruivo con un’altra donna l’amore che tu avevi disprezzato; tu hai cercato l’entusiasmo di altri falli; io ho semplicemente riempito il mio bisogno d’amore.”
“Io l’amore l’ho dato a te e sarà tuo per sempre, anche se mi faccio violentare da amanti occasionali, d’accatto; è stato questo il mio errore, tacere i sentimenti e cercare la perversione con inganni, slealtà e tradimenti; non si può più fare niente; quando sarà emessa la sentenza di divorzio?”
“Tra qualche mese, a quel che so; Rossella, tu sai che stai vivendo in un appartamento di mia esclusiva proprietà; dopo il divorzio, vorrei rientrare nella disponibilità dei locali; stai cercando una soluzione alternativa?”
“No, non puoi prenderti la nostra casa; hai già un altro rifugio d’amore; mi hanno detto che è più bella … “
“Abbiamo la nostra casa, adesso; ma ci sono anche altri progetti e venderla potrebbe farci comodo … “
“Non farò storie se vuoi divorziare; ma se cerchi di portarmi via quella casa e ciò che rappresenta, dovrai passare sul mio cadavere; ti uccido o mi uccido, prima di lasciare che ricordi, sogni, litigate feroci, odio e amore infinito vengano svenduti; non puoi volere anche questo!”
“Non farà niente di tutto questo. Amore, non è con quei soldi che risolvi i nostri problemi; capisco che aiuterebbero e ci farebbero comodo; ma anche un mutuo puoi accenderlo e potremo pagarlo, se proprio vuoi fare il passo decisivo.”
“Sono indiscreta, se chiedo di quale progetto parlate?”
“Non sei indiscreta; riveli ancora la tua ingenuità; ti fa gola sentire i nostri progetti e nemmeno un figlio avete progettato, quando eravate concordi e innamorati … Niente di particolare; sogno di lasciare la farmacia e di dedicarmi alla moda; ma dobbiamo comprare i locali della boutique e quei soldi potrebbero fare comodo; ma abbiamo altri percorsi; io, su un amore come quello che hai confessato, non ci faccio passare i bulldozer; peggio per te, se dovrai convivere coi tuoi errori e i tuoi fantasmi … “
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 8.3
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Perversioni 2:

Altri Racconti Erotici in tradimenti:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni